Ingegneria forense

I reperti oggetto di accertamento erano delle flange rotanti, operanti all’interno di una centrifuga, realizzate in acciaio speciale.

Nel caso in esame, il quesito – molto ampio ed articolato, con espressa autorizzazione a domandare chiarimenti alle parti e ad assumere informazioni da terzi ai sensi dell’Art.194 del C.P.C. – prefigurava chiaramente una CTU di tipo percipiente. Durante l’esposizione, sono stati illustrati i vari argomenti affrontati durante le oo.pp., comprese la campionatura e le prove di laboratorio, svolte sui reperti oggetto di contenzioso. In particolare l’intervento ha evidenziato come il CTU, al fine di assolvere al proprio mandato e riuscire a rispondere in modo compiuto ai vari aspetti del quesito, debba necessariamente riferirsi ad un quadro normativo relativo all’ambito tecnico trattato. Dai dettami normativi nascono dei corretti parametri di confronto (chimici, fisici e prestazionali) e l’attenta analisi dei reperti ha quindi lo scopo di verificare se i parametri corretti siano compiutamente rispettati. Se le prove di laboratorio, hanno – da un lato – restituito un quadro molto chiaro in merito ai parametri chimici e fisici, dall’altro – per i parametri prestazionali – si è fatto ricorso ad una modellazione agli elementi finiti, per verificare se i parametri di tensione all’interno dei reperti, fossero consoni o presentassero valori massimi eccedenti i limiti posti dalla normativa tecnica.

Per finire è utile sottolineare come l’approccio sistematico, metodico e comunque sempre svolto nel rispetto delle procedure, rappresenti un approccio interdisciplinare tra i vari campi dell’ingegneria (meccanica, edile e altro), rappresentando in definitiva il metodo di lavoro ….. dell’ingegnere forense.

La CTU aveva come oggetto lo studio dei malfunzionamenti riguardanti un impianto di produzione di tessuto-non-tessuto e del successivo taglio secondo le pezzature richieste dall’industria che utilizza questo prodotto come semilavorato di partenza.

Le bobine di prodotto (simili a quanto in essere nelle cartiere) vengono portate in rotazione attorno al proprio asse al fine di avvolgere il prodotto durante la prima fase e successivamente svolto per il taglio a misura delle bobine finali.

La problematica delle micro-folds (micro pieghe) è di fondamentale importanza in questo ambito merceologico. Gran parte del problema venne affrontato tramite un rilievo vibrazionale sul macchinario, gestito tramite l’uso di accelerometri triassiali ed opportune schede di acquisizione dati.

Alle operazioni peritali parteciparono, in veste di ausiliari del CTU, docenti del Politecnico di Torino.